Cursillos di Cristianità

Benvenuti nel sito ufficiale dei Cursillos di Cristianità – diocesi di Padova


Se tu vuoi, è Avvento

Stella-di-Betlemme” … preparandoci al mistero del Natale, noi facciamo nuovamente nostro il cammino del popolo di Dio per accogliere il Figlio venuto a rivelarci che Dio non è soltanto Giustizia ma è anche e innanzitutto Amore.

Dovunque, anche e soprattutto là dove regnano la violenza, l’odio, l’ingiustizia e la persecuzione, i cristiani sono chiamati a dare testimonianza di questo Dio che è Amore …”

Papa Francesco, 29 nov. 2015


Laici

pennello colori“Grazie a Dio ci sono laici adulti. Anche se molti di essi tendono ancora ad un minimalismo della funzione dei laici, stimando che la loro maturità è fatta per riempire le chiese, quando invece la specificità del laico è andare nel mondo ad impregnare di Cristo i propri ambienti. Essi non sono fatti solo per edificare la Chiesa, ma soprattutto per cristianizzare il mondo secondo il progetto di Dio. I cursillos di cristianità sono un mezzo per rendere consapevoli il laicato in questa missione specifica.
I corsi non devono essere utilizzati per rivitalizzare la parrocchia, ma far presente la Chiesa nella vita pubblica.

Dobbiamo avere una visione universale della Chiesa e del mondo; il laico deve scoprire la sua vocazione di laico ad assumere il suo ruolo nel mondo, maturando cristianamente, ognuno scoprirà il suo cammino.

La parrocchia, ha detto Paolo VI, è necessaria ma non sufficiente: quindi il ruolo dei laici non si esaurisce nel catechismo o Caritas, è molto più ampio. Viviamo in un momento di emergenza nella Chiesa di oggi; è molto quello che la Chiesa perde se i laici non hanno la presenza attiva e dinamica in tutti i settori della società.

Il movimento dei cursillos dovrebbero incoraggiare la rilettura del Concilio: cognitiva, affettiva e comportamentale”

Card. Agustin Garcia Gascò


0001JlLunedì 8 giugno si è concluso il ciclo annuale della Scuola Responsabili che ci ha accompagnato a riflettere sulla prima parte del testo “Evidenze Dimenticate” di E. Bonnin.

Grazie a tutti coloro che hanno partecipato e arrivederci a settembre: è arrivata la pausa estiva!

“Il nostro amore per l’uomo è la misura del nostro amore per Dio” (Edith Stein)


2 GIUGNO E’ … CONVIVENZA GIOIOSA!

SAM_5213Il 2 giugno ti aspettiamo, con i tuoi amici, presso il patronato di Valle San Giorgio (zona Baone – Colli Euganei).

In semplicità condivideremo la gioia dell’amicizia!

Pranzo a base di grigliata mista …. per la grigliata, le bibite e la stoviglieria ci pensiamo noi, tu pensa a completare con altri gustosi manicaretti. 

Per ovvie ragioni organizzative è molto gradita la confermacontattando i responsabili della tua zona oppure rivolgendoti alla mail: cursillos.pd@gmail.com


BENE O BENE, BUONI?

images (31) Oggi si usa porre il “Mi piace”.

E allora: mi piace, che quest’anno gli orientamenti pastorali della nostra diocesi invitano ad allenarci a individuare, lodare e ringraziare “il Bene che c’è tra noi”. Ci sto provando.

Il mio camminare quotidiano mi porta ad attraversare diversi ambienti tra cui il Cursillo, di cui amo approfondire sempre più la conoscenza del Carisma.

Cosa strana: più mi ci addentro più sembra aumentare la necessità di conoscere e ad ogni nuova porta aperta si spalanca un orizzonte di preziose intuizioni che non terminano mai. Forse perché è cosa di Spirito Santo?!

Per Natale ho ricevuto in dono due libri di E. Bonnin: “Riflessioni II” e “Evidenze dimenticate”. Lo scritto in spagnolo non mi è di ostacolo, la grande voglia di sapere mi ha consentito di imparare a comprendere la lingua anche se non la “practico”, inoltre apprezzo lo stile di Eduardo: secco, secco che impone l’applicazione del tuo cuore, della tua Fede e delle tue forze per comprenderlo. Que detalle!

In una delle prime pagine di “Evidenze dimenticate” si legge: “per fare bene il bene, bisogna essere buoni”.

Ma come?! Normalmente si pensa che facendo il bene risulta che siamo buoni.

E invece no, Bonnin disturba perché inverte il pensiero comune e ci costringe a fare i conti con la parte più intima di noi stessi. Non è così?!

Rileggendo attentamente la frase, impastandola con la nostra vita, ci si accorge che a volte, può capitare, facciamo il bene perché: gli altri si aspettano questo, è “politically correct” in ambiente cristiano, in fondo frequentando la chiesa ci si comporta così … ma io perché faccio il bene? Ed è un bene, da buono?

L’incontro con la parte intima di noi stessi è un processo alquanto lungo e difficile, forse non ci basterà tutta la vita. Però è un passaggio indispensabile. Ed è un passaggio da rinnovare, come ogni incontro.

Ad alcuni può sembrare inopportuno, altri lo evitano e qualcuno non ci riuscirà mai. Ma dobbiamo provarci.

Non è un caso che i tre giorni del Cursillo iniziano con il ritiro, esso ci accompagna a incontrare il nostro io più intimo per poi consentire di scoprire ciò che abita in noi: Dio.

La RdG settimanale aiuta anche in questo, cioè a perseverare e far perdurare questo cammino. Passo dopo passo scopriremo se siamo realmente buoni, impareremo ad esserlo e così faremo bene il bene. Provando giorno dopo giorno, cadendo e risalendo.

Scoprire il Bene che c’è tra noi, e anche in noi, aiuta ad accogliere il prossimo e dare valore alle persone. La RdG aiuta la nostra persona perché da qui, dal nostro intimo, ha origine il nostro bene.

Fare il bene da buoni significa anche non aspettarsi di essere notati, non aspettarsi un grazie, non ritenere di essere a credito di qualcosa. Il bene, fatto bene, è gratuito e non pesa.

San Vincenzo de Paoli diceva: “I poveri mai vi perdoneranno il bene che avete fatto loro”.

Anni addietro in un rollo Eduardo disse: Poi ci sono i cristiani della “domenica”, quelli che fanno la carità, le adozioni a distanza. E che quando muoiono sono convinti di arrivare in Paradiso a presentare il conto al Signore “io ho fatto questo … ho fatto quest’altro … ho fatto tanti cursillos, rettore, coordinatore territoriale per cui a questo punto mi spetta questo posto in paradiso, le ferie e la pensione” ovviamente mi sa che questo non può succedere anzi dovremo evitare di dire che abbiamo lavorato per il Signore, in realtà dobbiamo ringraziarlo perché ci ha utilizzato. Non dobbiamo essere come il fratello maggiore che … anzi dovremmo dire papà ammazza due vitelli grassi.

Continuo con Papa Francesco, 30 aprile 2015: Perché è vero, Dio fa festa! Dio fa festa. E qualcuno sente anche gelosia di questo: pensate al figlio più grande di quel padre misericordioso che ha fatto festa perché quell’altro che aveva portato via tutti i soldi, che li aveva spesi nella “bella vita”, torna senza niente…. E fa festa. E’ una cosa strana del nostro Dio! Fare festa quando viene un peccatore grosso. Questo è buono!

Io continuo la mia riflessione, provate anche voi … oggi ho fatto bene il bene, da buona?

Ultreya. D.P.


Riflettendo alla Scuola Resposabili

pescatori20di20uominiIeri, lunedì 9 marzo, come previsto si è svolto l’incontro della Scuola Responsabili. Ogni volta un’occasione, un passo in più per il nostro cammino di responsabili, come persone e come cristiani.

La prima parte, quella spirituale curata da don Roberto, ci ha accompagnato e sollecitato a riflettere sulla teologia del tempo e delle cose. Aspetti da non trascurare, sui quali la mentalità corrente non aiuta a inquadrarli e mantenerli nell’esatto equilibrio.

Anche la seconda parte, quella metodologica, non è stata meno impegnativa le parole di Eduardo non fanno sconti, ci interpellano acutamente. Vi riportiamo solo il titolo “per l’incontro con se stessi”, che dite è già un buon anticipo?!

Spiace così tanto che alcuni di noi non abbiano potuto partecipare, per tale ragione pubblichiamo il testo base sul quale don Roberto ha sviluppato il suo intervento. Per gli altri testi, di Eduardo e dei precedenti incontri … beh, venite e vedrete!

Buona lenta lettura ed arrivederci al prossimo incontro, Ultreya.

sc.resp.9.3.2015


SSN … servizio sacerdotale notturno

Basilica del VotoDa qualche mese Saverio ed io diamo una mano in quello che si potrebbe paragonare al 118 dello Spirito.

Il primo lunedì del mese (un mese io, un mese Saverio) alle 10 della notte andiamo vicino al Centro Storico di Quito. Alla fine di una difficile salita sorge la “Basilica del Voto”. Una chiesa neogotica costruita alla fine dell’800 da uno dei Presidenti dell’Ecuador che consacrò (anche nella Costituzione della Repubblica) tutta la nazione al Sacro Cuore di Gesù. Nella cappellina c’è l’Adorazione continua e nella sacrestia della cappellina si riunisce una gruppo di volontari, quattro laici e un sacerdote. Ci si saluta, si prega insieme e dopo si aspetta. Qualcuno dorme, ci si turna per rispondere al telefono. Da piú di un anno c’è un numero verde. Dalle 10 di sera alle 6 del mattino. Se qualcuno è in fin di vita e desidera confessarsi o ricevere l’estrema unzione è sufficiente che un familiare chiami e subito il sacerdote, accompagnato da due laici, sale in macchina per recarsi o alla casa o all’ospedale. Il centralinista risponde, accerta che non sia una presa in giro o uno scherzo di cattivo gusto, raccoglie tutti i dati, spiega la strada e via. Nella cappellina dell’Adorazione ci sono sempre delle persone che pregano, quelli che vanno in macchina a dare il sacramento sanno che sono accompagnati dall’alto.

Saverio ed io non abbiamo iniziato da molto. Fino ad ora sono andato tre volte. Mi impressionano i laici che mi accompagnano. Papà, lavoratori, una volta anche un avvocato. Se la mattina io ho sonno facilmente riesco ad organizzare i miei impegni per riposare un po’. Loro alle 6, quando il turno finisce, corrono a lavorare. Non ho mai sentito lamentarsi nessuno anzi si vede la soddisfazione di aver fatto qualcosa di buono nei loro occhi arrossati dal sonno.

Quando arriviamo nella casa o nella stanza dell’ospedale mi aiutano a prepararmi, mi accompagnano nella preghiera, conversano con i familiari del malato. Senza dire stupidate o frasi fatte ma condividendo le parole che accompagnano il dolore a bassa voce. L’altra notte, alla seconda uscita, siamo arrivati troppo tardi. Il papà era morto da pochi minuti. C’era il figlio ad assisterlo nella clinica. Abbiamo pregato insieme, ho dato la benedizione al corpo. Il figlio era scosso e ogni due secondi mi domandava se il papà sarebbe andato o no in Paradiso. Io cercavo di consolarlo, lasciando che si sfogasse. Si inserisce nella conversazione una delle due persone che mi accompagnava e dice al figlio: “Tuo papà già sta in Paradiso, però… tu ci andrai?” e da lì la conversazione prende una direzione completamente diversa. Non più di consolazione ma di conversione. Il figlio quasi si confessa e lo sfogo non è più solo di dolore ma anche di desiderio di migliorare. Mi vengono in mente le parole del mio padre spirituale durante i primi anni come prete: “I sacramenti nel dolore (funerali, unzione degli infermi), sono uno dei momenti più alti di evangelizzazione”.

Si ritorna alla base, si dorme un poco. Poco prima delle 6 ci si ritrova nella cappellina, si prega brevemente insieme, si ringrazia il Cielo per la notte e per quello che si è fatto. Ci si saluta. Ognuno a casa sua, al lavoro o in parrocchia.

¡Hasta pronto!  … dall’Ecuador P. Giovanni O.


FESTA DI COMPLEANNO

renoir01Si avvicinava, alcuni giorni fa’, una ricorrenza particolare che riguardava il compleanno di mia moglie Luisa.

Era questa una cifra tonda, che avevo intenzione di non fare passare inosservata, anche perché coincideva con il suo pensionamento dopo anni di lavoro. Inizialmente avevo pensato ad un viaggio in qualche località importante, dove farci raggiungere dalle nostra figlie, impegnate all’estero per motivi di studio.

Una mattina, al risveglio, invece ho pensato: “ma perché non fare una bella festa in città, attorniati dai parenti e condividere con loro la gioia della ricorrenza”. Ha prevalso alla fine questa opportunità.

Non solo. Trascorrendo i giorni, mi sono reso conto che, per coronare al meglio la circostanza, avrei potuto invitare i suoi colleghi di lavoro e farle così una sorpresa che ritenevo gradita.

Naturalmente tutto questo a sua insaputa e con la necessaria complicità degli invitati.

La sorpresa è pienamente riuscita ed alla fine eravamo a tavola in circa 50 fra amici, parenti e colleghi.

Ho ritenuto opportuno, quella sera, prima di condividere la cena, ringraziare il Signore anzitutto per gli anni concessi in serenità e buona salute ed ho proposto ai convenuti di recitare insieme il Padre Nostro.

Questa preghiera, condivisa insieme nella vera gioia cristiana, ha rappresentato il vero e più bel regalo che avessi mai potuto pensare per la ricorrenza.

Ringrazio il Signore per essere stato con noi quella sera quale COMMENSALE SPECIALE.

Gianfranco S.


CONVIVENZA NAZIONALE

Exif_JPEG_PICTUREA Perugia dal 24 al 27 luglio 2014 

CONVIVENZA NAZIONALE DI STUDIO…e sempre, di gioia!

 “ La missione oltre i confini del possibile ”

La Convivenza Nazionale è un momento di studio e di confronto tra le diverse realtà nazionali. Incentrata sugli ambienti più difficili, vuole dare sempre nuovi input per testimoniare la fede ai lontani e portarli al Signore. Ciò avverrà attraverso le relazioni di:

  • S.E. Mons.Trasarti, vescovo di Fano, che avrà per titolo “All’origine della missione, l’esperienza dell’Amore”; 
  • don Maurizio Patriciello che ci parlerà della “terra dei fuochi” e di come si possano reclamare i diritti sociali indicando come bandiera la via della croce di Cristo;
  • Massimiliano Monaco che, attraverso il suo lavoro in Banca Etica, ci dimostrerà che si può evangelizzare anche attraverso il denaro ed il mondo della finanza

e attraverso le testimonianze di quattro fratelli che ci racconteranno le loro esperienze in ambienti particolari.

Prenotazioni e info ai contatti.