Cursillos di Cristianità

Benvenuti nel sito ufficiale dei Cursillos di Cristianità – diocesi di Padova


Il Cursillo è … poesia

2yweb0p 2El Cursillos

El Cursillos xe na scusa

par stacare un po’ la spina,

ma dopo averlo fato

no te si pì come prima.

Tuto te cambia intorno

i amissi e i to parenti,

te vedarà cambiare

e par tì i sarà contenti.

E i te domandarà

dove che ti si stato,

e cossa che te magni

par esser cussì beato.

El nostro carburante

xe a fede nel Signore,

che cambia a nostra vita

ma specialmente el core.

I amissi che te incontri

fasendo stà esperienza,

i sarà proprio quei

che no te poi star sensa.

Par chi xe a prima volta

forse no poe capire,

parchè stò Movimento

xe tuto da scoprire.

Scoprire che el Signore

te ciama proprio ti,

e che da sempre el speta

che te ghe disi sì.

Marisa Bozzetto


Q.B.

sale-2

Il martedì mi piace, inizio la giornata con la mia RdG e la termino con l’Ultreya.

Incontro le mie amiche e con il profumo del caffè, oltre che la mattina, rinvigorisco anche il mio cammino in compagnia.

Iniziamo. Lo Spirito Santo, ospite perfetto, ci incoraggia a percorrere gli atri del nostro cuore, le stanze in cui la persona si incontra con Dio.

Rivediamo la settimana in una retrospettiva a volte difficile altre entusiasmante, condividiamo il momento vicino a Cristo fino a verificare il treppiede: Pietà, Studio e Azione.

“Questa settimana ho pregato tantissimo!” mi ritrovo ad affermare soddisfatta, quasi orgogliosa di aver conquistato chissà quale record, ricordando che per me pregare, nel senso pieno del vocabolo, non è sempre così semplice.

Ma ripensandoci mi riecheggia una stonatura: che senso ha dire “tanto” o “poco”, quale parametro usare per quantificare la preghiera personale?

Non sono molto brava in cucina allora, per non sbagliare, mi affido molto spesso alla consultazione delle ricette scritte con le quantità e proporzioni chiaramente specificate  così da ottenere il risultato migliore. Però quando mi imbatto nell’ingrediente “sale” trovo sempre e solo un piccolo acronimo: q.b.

Quanto basta.

La mia preghiera è q.b. per consentirmi di salare la mia cristiania?

Q.b. per la mia persona, per quello che sento di essere in grado di vivere, a quanto corrisponde?

Un q.b. che vado a ricercare nel cartoncino di quel “vestito” confezionato ai tre giorni, insieme all’assistente spirituale, e sempre da risistemare.

Non mi voglio preoccupare, soppesare: oggi è q.b.! L’importante è che ci sia, è ciò che riesco oggi, se è vero che la preghiera è la nostra risposta all’amore di Dio.

Ultreya!


L’ULTREYA NELL’AMBITO DELL’OPERA DEI CURSILLOS – parte 5

0001AP (segue dall’articolo precedente)

Piccola precisazione per la comprensione: il termine Dirigente in italiano lo leggiamo Responsabile.

Programmazione dell’Ultreya. L’Ultreya deve essere pianificata e programmata specificando concretamente il compito in essa di ciascun Dirigente.  Bisogna ordinare le cose (metterle in ordine) in modo che diventi superfluo ordinarle (impartire ordini). Non si tratta tanto di andare alla caccia della generosità degli altri, quanto di spendere lucidamente la nostra.

I Dirigenti devono essere i primi a mettersi al servizio della finalità che si cerca di raggiungere. Senza paternalismi e atteggiamenti da “capataz”.

La Scuola dei Dirigenti è per l’Ultreya quello che l’equipe dei Dirigenti costituisce per il Cursillo.

Si può considerare una preparazione remota dell’Ultreya, che consiste nell’andar formandone i “perni vivi”: attenti, impegnati, responsabili, attivi. Ed una preparazione immediata da compiersi da parte della Scuola dei Dirigenti,  in ordine allo 

Svolgimento dell’Ultreya. L’Ultreya è composta dalle Riunioni di Gruppo e dalla riunione collettiva.

Le Riunioni di Gruppo sono, nell’Ultreya, di composizione occasionale, aperte ad accogliere coloro che forse non possono contare su altre riunioni per tenersi a galla. Le iniziano e le promuovono, per effetto dell’ammirazione che suscitano, coloro che, pur avendo la propria Riunione di Gruppo che si riunisce in un’altra circostanza, partecipano regolarmente per svolgere un compito apostolico.

Senza questa presenza viva e progressiva di qualcuno che forse non vive pienamente l’ideale, ma che si sente chiamato a viverlo, le Riunioni di Gruppo corrono il rischio di cadere in un autocompiacimento di “combriccola di amici” che molto difficilmente potrà essere apostolico.

E’ privo di senso andare all’Ultreya senza fare la Riunione di Gruppo. Oppure arrivare all’ora del rollo per non farla. O rispondere “l’ho già fatta” a chi ci invita farla con loro. Se si obietta: “con lui no, perché non ha i miei stessi problemi”, vuol dire che si ignora che è il fondamento cristiano che si deve condividere.

La Riunione Collettiva inizia con il rollo laico, che deve essere vivenziale. Seguono poi gli echi che devono avere identico tono vivenziale: comunicazioni che siano la risonanza dell’universale nel piano quotidiano; le inquietudini di ogni giorno esposto alla comunità, per realizzare un salutare scambio di assunzioni di responsabilità ed preoccupazioni.

Poi interviene il sacerdote che sintetizza, centra e illumina teologicamente le vivenze.

La riunione si conclude davanti al Signore dove il dialogo con Lui diventa appassionato per bocca di qualche Dirigente.

Possiamo aggiungere che poiché le relazioni personali nel nome di Dio propiziano le relazioni con Lui, è conveniente, durante la settimana, intessere una rete di contatti – a modo di Ultreya sotterranea –  cercando di individuare quelli di maggiori potenzialità, in una sorta di “lavoro di corridoio” sia sacerdotale che laicale, seguendo sempre quanto programmato dalla Scuola.

Non si può nemmeno sorvolare l’efficacia apostolica dei “saluti”, né l’opportunità di offrirsi di accompagnare qualche volta qualcuno fino alla propria casa, procurando così l’occasione di avere uno scambio di idee che non troverebbero altrimenti il clima adeguato.

Funzione vitale dell’Ultreya.

Qualcuno ha sostenuto che il successo della Rivoluzione Francese fu dovuto al fatto che seppe proporre, a tutti gli uomini, la causa universale della libertà. Marx e il marxismo hanno individuato la causa universale dell’ineluttabilità del corso della storia. Attualmente sta nascendo qualche cosa di nuovo: si va delineando che l’avventura umana consiste nel portare alla luce quell’impronta che ognuno ha dentro di se, che ognuno può rivelare in modo unico, che è il segreto di ciascun individuo e la cui scoperta ci riempie di meraviglia e di rispetto.  Non si è mai così tanto parlato del piano individuale e collettivo, del piano personale e comunitario. “La marcia fatale delle cose” dice Haring “potrà essere indirizzata al bene solo quando la terapia si applicherà  tanto all’individuo che alla comunità”. “L’uomo” scrive Poirier “non è fatto per vivere chiuso in se stesso. Da solo soffoca. Il suo mondo si riduce sempre di più, si impoverisce terribilmente. Per riuscire ad essere se stesso, l’uomo ha bisogno di comunicare con gli altri. La persona non perviene ad essere persona che per gli altri, con gli altri, aprendosi agli altri e, per mezzo loro, a Dio”

Il movimento dei Cursillos, nell’andare vertebrando Cristianità, raggiunge esattamente questo obiettivo mediante l’Ultreya.

I criteri che si sono indicati per l’Ultreya, oltre ad essere nella linea autentica della motivazione, dello stile e dello scopo che si prefiggono i Cursillos di Cristianità, risultano pienamente coincidenti con le esigenze indicate da personaggi di punta del pensiero cattolico contemporaneo. E, per alcuni aspetti, la coincidenza è così precisa ed esatta, che si ha la sensazione che essi siano stati pensati proprio tenendo conto di loro. E’ alquanto indicativo che dall’Estremo Oriente ci sia stato scritto che i Cursillos sembrano essere stati pensati per il Giappone.

Non si tratta di accettare, con le buone o le cattive, questi criteri, ma di capire che, per la Grazia del Signore, essi sono efficaci non solamente per consentire la riuscita di una “manifestazione” cristiana più o meno interessante, ma bensì per sottoporre le persone – cioè noi stessi e, attraverso di noi, gli altri –  all’azione della fede , allo scopo di produrre quelle realtà cristiane che costituiscono il nerbo vivo e vivificante del fondamento cristiano: “amarci gli uni gli altri”; “essere suoi testimoni”; “essere sale e luce della terra”; “affinché vedendo le vostre buone opere glorifichino il Padre”; ” che siano una cosa sola come Tu ed Io siamo una cosa sola “; “ed il mondo crederà che tu mi hai mandato”.

In definitiva, si tratta di mettere in pratica il Vangelo per arrivare a crederlo con  la convinzione e la spontaneità con cui si crede ciò che si è sperimentato. All’inizio i Samaritani presero in giro la donna che parlava loro di Gesù; ma poi credettero non per quanto ella aveva detto loro, ma per ciò che essi  avevano visto e toccato.

Qualcuno ha potuto pensare – senza dubbio con un po’ d’ingenuità – che è un vero  peccato, dal nostro povero punto di vista umano, che il Signore non si sia incarnato ai giorni nostri, in  cui un avvenimento può essere visto e udito “in diretta” in quasi tutto il mondo; in cui gli appassionati ed i professionisti possono girare pellicole e registrare nastri magnetici di tutto ciò che li interessa. Pensando superficialmente, potrebbe sembrare che le cose risulterebbero più facili se potessimo disporre di una pellicola a colori, per schermo panoramico, addirittura in “cinemascope”, che mostrasse in maniera chiara ed inoppugnabile, quello che accadde “nell’anno decimo quinto dell’Impero di Tiberio Cesare, .. essendo governatore della Giudea Ponzio Pilato…”.

Tuttavia, a parte il fatto che in questo modo non ci sentiremmo vincolati vitalmente con l’avvenimento, l’intenzione di Cristo è tutt’altra. Egli vuole manifestarsi nella vita dei cristiani. Essi devono essere l’incarnazione viva di Cristo nel tempo e nello spazio, nella famiglia, nell’ambiente, in tutto quanto li circonda. Forse una delle affermazioni più vere fatte nelle nostre chiusure è stata quella di un uomo semplice di nome Prudenzio, che si alzò in piedi unicamente per dire: Da oggi in poi, Cristo sarà chiamato Prudenzio”.

E’ veramente stupendo che, per la grazia di Dio e per la preghiera di tutti, Cristo si possa chiamare Mons. Hervas o Don Victoriano o P. Cordeiro.  Ed è formidabile che nell’Ultreya di un luogo qualsiasi, ci si possa rinvigorire grazie al fatto che Cristo si possa chiamare Ramòn o Fernando, Antonio o Santiago.

Lultreya è perché tutto questo possa accadere naturalmente, normalmente, con allegria.  Quando questo succede – e succede quando si è convinti che possa succedere e si vuole veramente che succeda – non occorre sollecitare la gente a partecipare. Allora si deve pensare a dove mettere tutta la gente che viene all’Ultreya. Sono più di quanti pensiamo coloro che avranno il buon gusto di voler essere cristiani, se cominciamo noi stessi. (segue)


UN REGALO SPECIALE

images (1)

Si avvicinavano le feste di Natale e noi del coro eravamo molto indietro con le prove delle canzoni nuove da portare al concerto. Nelle pause si chiacchierava un po’, Letizia ed io parlavamo di regali, da fare e da farsi.

Ad un certo punto Letizia mi dice che aveva in mente un regalo per me, un regalo speciale e tutto mio, ma che avrei dovuto farmelo da sola. Che strano, mi sono detta, che Letizia mi proponga una cosa del genere, in fondo con lei io non ho mai avuto una grande amicizia. Qualcosa mi diceva che avrei dovuto accettare.

Le dissi subito di si, senza pensare né chiedere di che cosa si trattasse.

Ora lo so, so benissimo che cos’era quel regalo ed è grazie a lei se ho fatto il mio primo cursillo, il 58°, proprio nel tempo di Natale.

Ora sto vivendo il mio quarto giorno come una persona del tutto nuova.

Fra poco sarà Natale un’altra volta e circa un mese fa Serena, figlia della mia cugina e anche vicina di casa a cui sono molto legata, mi disse che avrebbe compiuto 40 anni e che per quest’occasione voleva farsi un regalo speciale, qualcosa che le cambiasse un po’ la vita.

Non ci ho pensato molto ed ho fatto con Serena la stessa cosa che fece Letizia con me.

Un regalo davvero speciale.

Serena ha accettato senza farmi tante domande: è partita con il 61° Cursillo ed è appena rientrata.

E‘ tornata raggiante e molto felice, spero che anche lei per il Natale prossimo abbia un’amica con il desiderio di un regalo speciale e che glielo sappia proporre.

Mi sento molto fortunata perché il Natale è un giorno di gioia e di rinascita ma soprattutto perché questo mio regalo farà speciale ogni Natale della mia vita.

Buon Natale.

Marisa B.


Eduardo, ruega al Padre por nosotros

0001WvQualche tempo fa, durante il periodo estivo, un fratello cursillista di Padova si è rivolto a me per confidarmi con affanno una situazione molto delicata e dolorosa che coinvolgeva un suo familiare e di conseguenza tutta la sua famiglia. Dopo averlo ascoltato ho promesso la mia costante preghiera, dato anche che settimanalmente mi reco davanti al Signore, facendo parte del gruppo di Adoratori dell’Eucarestia della mia parrocchia (San Filippo Neri di Padova). Ho avuto l’opportunità recentemente di recarmi a Palma di Maiorca in parte per un periodo di vacanza e in parte per un “pellegrinaggio” sulla tomba di Eduardo Bonnin, fondatore del Movimento di Cristianità nato proprio in quella città. Ho pregato intensamente sulla sua tomba chiedendogli di intercedere presso il Signore per questa situazione che faceva soffrire un’intera famiglia.

All’uscita dalla Chiesa dei Francescani, dopo la preghiera, mi è giunta una telefonata da chi a me si era rivolto per le preghiere comunicandomi che la situazione, inaspettatamente e con sua meraviglia, si era risolta ed aveva preso una svolta positiva.

Io sono certo che il Signore abbia ascoltato Eduardo ed abbia voluto darci la gioia della Sua presenza vivificatrice.

G. S.


FESTA DI COMPLEANNO

renoir01Si avvicinava, alcuni giorni fa’, una ricorrenza particolare che riguardava il compleanno di mia moglie Luisa.

Era questa una cifra tonda, che avevo intenzione di non fare passare inosservata, anche perché coincideva con il suo pensionamento dopo anni di lavoro. Inizialmente avevo pensato ad un viaggio in qualche località importante, dove farci raggiungere dalle nostra figlie, impegnate all’estero per motivi di studio.

Una mattina, al risveglio, invece ho pensato: “ma perché non fare una bella festa in città, attorniati dai parenti e condividere con loro la gioia della ricorrenza”. Ha prevalso alla fine questa opportunità.

Non solo. Trascorrendo i giorni, mi sono reso conto che, per coronare al meglio la circostanza, avrei potuto invitare i suoi colleghi di lavoro e farle così una sorpresa che ritenevo gradita.

Naturalmente tutto questo a sua insaputa e con la necessaria complicità degli invitati.

La sorpresa è pienamente riuscita ed alla fine eravamo a tavola in circa 50 fra amici, parenti e colleghi.

Ho ritenuto opportuno, quella sera, prima di condividere la cena, ringraziare il Signore anzitutto per gli anni concessi in serenità e buona salute ed ho proposto ai convenuti di recitare insieme il Padre Nostro.

Questa preghiera, condivisa insieme nella vera gioia cristiana, ha rappresentato il vero e più bel regalo che avessi mai potuto pensare per la ricorrenza.

Ringrazio il Signore per essere stato con noi quella sera quale COMMENSALE SPECIALE.

Gianfranco S.


Ma Dio c’è, è un grande. Gli amici pure, e mi piace.

imagesDi ritorno dalla Convivenza Nazionale di Studio guidando ripenso ai giorni trascorsi a Perugia.

Sono partita un poco di malavoglia, pensando semplicemente di assolvere un dovere da responsabile all’interno del MCC; caricandomi di molti scrupoli e sensi di colpa per l’evidente contingente economico/socio/lavorativo/familiare non felice, poco incline a farmi intravedere l’occasione Provvidenziale per me. Ora. 

Riesco a partire a malapena, vari contrattempi dell’ultimo minuto mi offrono il fianco e ottime giustificazioni per disdire tutto. Ma la mia amica viene a prendermi a casa, il suo entusiasmo frena le mie titubanze: sono un responsabile, devo andare. 

La strada sembra complice della provvidenza: nessun intoppo anzi scivola sotto le ruote dell’auto, inesorabile.

Poi l’arrivo, l’albergo già conosciuto, la receptionist dal volto familiare…e gli amici, quelli che accolgono a braccia aperte, quelli che rivedo ciclicamente agli appuntamenti nazionali e con i quali ho già condiviso qualche passo della mia vita. 

Di tutti non ricordo il nome ma il sorriso e qualche dettaglio, si. Mi basta per essere felice di abbracciarli. Forse anche loro mi aspettavano …

Un dialogo che riprende ogniqualvolta ci si rincontra. 

Ed ecco ogni ombra di ripensamento è sfumata e ringrazio il Signore di non essermi lasciata travolgere dai dubbi.

Le relazioni, le riflessioni e le testimonianze sembrano tanti sms del Signore alla mia persona. Bellissimi, eterogenei, non mi dilungo sui contenuti della convivenza, li troverete tutti nel sito nazionale o rivolgendovi ai responsabili diocesani. 

Quello che non si può “scaricare dal sito” è qualcosa di bello e delicato, qualcosa che mi stupisce sempre: il Signore a Perugia mi ha anche fatto incontrare persone, tanti nuovi amici che hanno completato e reso vive e vere le relazioni, mi hanno aiutato ad accogliere il tutto. Que detalle señor has tenido conmigo!

RingraziarLo è spontaneo, è gioia piena. 

RingraziarLo ringraziando le persone, è commovente. Non sono sola.

Il nostro movimento avrà anche qualche difetto, è farcito delle nostre povertà ma nel contempo, e questo fa pendere la bilancia in netto positivo, dona, a chi desidera accoglierla, una grandissima famiglia mondiale, impagabile e impensabile umanamente. Comunque dipende cosa una persona decide di vedere, ciò che desidera valorizzare.

Ma Dio c’è, è un grande. Gli amici pure, e mi piace.

Ah, un grazie particolare alla mia amica, quella che mi è venuta a prendere a casa! 

ULTREYA … e al prossimo appuntamento de colores!    d.p.


CONVIVENZA NAZIONALE

Exif_JPEG_PICTUREA Perugia dal 24 al 27 luglio 2014 

CONVIVENZA NAZIONALE DI STUDIO…e sempre, di gioia!

 “ La missione oltre i confini del possibile ”

La Convivenza Nazionale è un momento di studio e di confronto tra le diverse realtà nazionali. Incentrata sugli ambienti più difficili, vuole dare sempre nuovi input per testimoniare la fede ai lontani e portarli al Signore. Ciò avverrà attraverso le relazioni di:

  • S.E. Mons.Trasarti, vescovo di Fano, che avrà per titolo “All’origine della missione, l’esperienza dell’Amore”; 
  • don Maurizio Patriciello che ci parlerà della “terra dei fuochi” e di come si possano reclamare i diritti sociali indicando come bandiera la via della croce di Cristo;
  • Massimiliano Monaco che, attraverso il suo lavoro in Banca Etica, ci dimostrerà che si può evangelizzare anche attraverso il denaro ed il mondo della finanza

e attraverso le testimonianze di quattro fratelli che ci racconteranno le loro esperienze in ambienti particolari.

Prenotazioni e info ai contatti.